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Progettare con il colore

La cultura del colore è un alleato prezioso alla progettazione, consente di migliorare l’ambiente valorizzandone gli spazi, apportando benefici concreti alla qualità della vita e rendendo più piacevole le azioni e le relazioni quotidiane.

Colorare uno spazio non è mai una mera visione estetica, infatti i colori hanno una influenza decisiva sul nostro comportamento e devono essere utilizzati di conseguenza. Di norma, per definire un progetto cromatico si considerano molti fattori come la forma, la dimensione e le funzioni. Un uso sapiente e consapevole del colore ha come obiettivo il raggiungimento di un equilibrio cromatico dinamico che tiene conto di vari aspetti come la variazione della luce, naturale o artificiale, che modifica la percezione del colore nello spazio.

Hotel Haworth a Holland (Michigan, USA) rinnovato da Patricia Urquiola nel 2021.

Ai fini progettuali, la cultura del colore è un alleato prezioso perché consente di migliorare l’ambiente valorizzandone gli spazi, apportando benefici concreti alla qualità della vita e rendendo più piacevoli le azioni e le relazioni quotidiane.
Progettare e applicare colore significa suscitare energie, significa pensare spazi su misura.
Ci sono diversi termini che gravitano attorno alla progettazione con il colore, è bene fare un po’ di chiarezza al fine di comprenderne al meglio le sfumature, non bisogna scoraggiarsi se alla prima occhiata sembrano concetti difficili!

La policromia è un sistema di relazioni tra diverse nuances. Il rapporto tra i colori gioca tra contrasti e armonie; più i contrasti sono forti e più si è affaticati, l’occhio dovrebbe quindi essere accompagnato nell’esperienza del colore tenendo presente alcuni aspetti basilari e le regole dei contrasti.

Quando ci si trova all’interno di uno spazio con un eccesso di stimoli si registrano cambiamenti del battito cardiaco, respirazione e pressione sanguigna: gli ambienti policromi se non bilanciati risultano iperstimolanti. Al contrario, se si parla di ipostimolazione, cioè si è esposti ad una mancanza di stimoli sensoriali cromatici come in ambienti monocromi, si mostrano atteggiamenti di irrequietezza, reazioni emotive esagerate e carenza di attenzione.

Generalmente in uno spazio si tendono a mettere in evidenza tre livelli cromatici: il colore dominante, quello che risulta maggiormente ai nostri occhi, il subdominante, secondo per quantità, e l’accento, rappresentato da colori che seppur in piccola quantità catturano l’attenzione. L’armonia nasce da un uso sapiente del contrasto cromatico, dove l’equilibrio è la chiave del successo.

Polychrome House a Cronulla (Australia) progettata da YSG.STUDIO nel 2018.

Al contrasto cromatico dedicheremo un articolo a breve: è un argomento molto ampio che vale la pena approfondire!

Il clima cromatico definisce i rapporti che si stabiliscono tra gli elementi del colore (tinta, luminosità, saturazione), la luce e il contesto. Un clima cromatico equilibrato rende armonici gli ambienti, agevola la percezione dello spazio, favorisce il senso dell’orientamento e di conseguenza facilita tutte le azioni che si svolgono al suo interno.

L’ergonomia cromatica è la base della progettazione con il colore: si tratta infatti di considerare un ambiente sulla base delle funzioni che vi vengono svolte.

Uno dei concetti base è l’adattamento cromatico, ovvero la capacità del meccanismo visivo umano di adattarsi in risposta alla cromaticità dello stimolo. È ciò che succede quando si indossano gli occhiali da sole: inizialmente tutto sembra avere il colore delle lenti, ma gradualmente l’occhio si abitua e non si percepisce più quella prima tonalità.

Sembrano tante parole di difficile comprensione, ma fidatevi di noi: una volta che inizierete a masticarne un po’ non sarà più così complicato!

WELCOME COLORE:
progettiamo insieme un luogo
dove lavorare, vivere e sognare.