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Le basi del progetto cromatico

Il giusto equilibrio cromatico implica che tutti gli elementi siano in armonia tra loro e ciascun colore risulti coerente con il contesto. Un ambiente ben illuminato ed equilibrato cromaticamente incide positivamente sul nostro benessere psicofisico, riducendo l’affaticamento e prevenendo lo stress.

Come amava spiegare l’architetto e designer Alessandro Mendini (Milano, 1931-2019), “Un progetto è composto da vari linguaggi ritmati tra loro: forme, volumi, decorazioni, materiali e colori; tutti concorrono alla lettura dell’oggetto come se fossero alfabeti visivi”.

Il giusto equilibrio cromatico implica che tutti gli elementi siano in armonia tra loro e ciascun colore risulti coerente con il contesto. Un ambiente ben illuminato ed equilibrato cromaticamente incide positivamente sul nostro benessere psicofisico, riducendo l’affaticamento e prevenendo lo stress.

È dalla tensione tra armonia e contrasto che nasce un progetto ricercato, proprio come accade nella musica. Dove gli opposti si incontrano si crea la vera suggestione.

chromastudio 2022 – Inama 20, Milano (IT).

Di solito si tende a pensare che i colori siano in armonia quando hanno caratteri simili o medesimo valore tonale (ovvero il tono chiaro, medio o scuro del colore), cioè giustapposti senza forti contrasti, si tratta di un’opinione che rientra in un quadro percettivo del “piacevole – non piacevole”, quindi basata su una sensazione del tutto personale. Per la buona riuscita di un progetto, è necessario riportare il concetto su un piano oggettivo.

Il teorico Wilhelm Ostwald scrive così sul suo Manuale dei colori: “L’esperienza insegna che certe giustapposizioni di colori producono un effetto piacevole, altre un effetto spiacevole o indifferente. […] Producono un effetto piacevole i colori che si trovano in un preciso e regolato rapporto reciproco, vale a dire in un ordine. Se questo manca, i colori appaiono spiacevoli o indiffereti. […] armonia = ordine. Quanto più semplice è l’ordine, tanto più evidente e palese è l’armonia.”

In ogni teoria del colore ha un ruolo di fondamentale importanza l’uso del disco cromatico o disco di Itten. Si tratta di uno strumento che permette di visualizzare i rapporti tra i colori, ordinando visivamente i primari ed i secondari.

In linea di massima si possono considerare armoniche tutte le coppie di colori complementari, cioè i colori che si trovano in posizione opposta sul disco cromatico (per es. il giallo ed il viola o il verde ed il rosso). L’occhio dell’uomo è appagato e trova soddisfazione quando viene rispettata la legge dei complementari.

Sono armoniche anche le combinazioni a tre o a quattro, i cui componenti possano essere congiunti da un triangolo (isoscele o equilatero), quadrato o rettangolo all’interno del disco cromatico, come nella precedente immagine.

È opportuno inoltre tenere sempre in considerazione il rapporto che i colori hanno con la luce presente nell’ambiente. Abbiamo approfondito il tema della luce e di come influenza la percezione dei colori nel nostro articolo “Sotto una giusta luce”.

Un ruolo fondamentale quando si parla di luce e colore è svolto dalle superfici: pavimenti, soffitti, pareti e oggetti assorbono e riflettono una certa quantità di luce che determina l’indice di rifrazione.

È buona norma seguire la linea guida che identifica come 3:1 il rapporto tra il colore con indice di rifrazione maggiore e quello con indice di rifrazione minore, all’interno della stanza.

Interessante è notare che se tutti i progettisti applicassero correttamente questa regola non esisterebbero ambienti bianchi.

chromastudio 2021 – Noto 10, Milano (IT).

Ma come si fa a tradurre tutto questo in un progetto? Vi proponiamo sei regole d’oro che potrebbero aiutare.

1. Analizzare attentamente l’esposizione degli ambienti senza dimenticare che la luce naturale cambia nel corso della giornata. Un ottimo trucco è quello di preparare dei campioni di colore ed osservare come si comportano nel corso delle diverse ore del giorno, vi stupirete di quanto cambino le tinte!

2. Prestare attenzione al “clima cromatico” cioè al rapporto che si genera tra le proprietà del colore (tinta, luminosità e livello di saturazione) e tutti gli elementi presenti nel contesto.  Può basarsi sull’accostamento di tinte più scure a quelle più chiare, oppure sulla teoria dei colori complementari, o anche sulla combinazione dello stesso colore in diverse nuance;

3. Considerare le funzioni e le dimensioni degli spazi: scegliere due colori da accostare per cucina non può certamente seguire le medesime regole della stessa scelta per una camera da letto. Bisogna valutare attentamente la giusta combinazione di colori, poichè produce effetti differenti in ambienti diversi con distinte destinazioni d’uso;

4. Dosare i colori molto scuri a seconda del contesto. Tenere sempre in considerazione che le tinte molto cupe assorbono la luce, questo non significa che non debbano essere utilizzate, tutt’altro! Bisogna saper dosare al meglio la loro presenza a seconda dell’utilizzo;

5. Usare in modo divertente i contrasti. Attenzione a calibrare gli accostamenti per non rendere gli ambienti iperstimolanti e quindi non piacevoli da vivere, tuttavia via libera alle combinazioni tra colori complementari e agli accordi cromatici;

6. Analizzare il contesto: tutte le nostre scelte non possono prescindere dallo spazio esistente, che deve essere sempre considerato come punto di partenza per ogni idea progettuale. Un parquet preesistente, un elemento di arredo, un dipinto da valorizzare o il modo in cui la luce naturale si riflette ed illumina lo spazio, sono tutti parametri utili per indirizzare i nostri obiettivi.

Ci auguriamo che questi consigli possano rispondere ai dubbi che da sempre ci attanagliano. Continua a seguire il nostro blog per informazioni sempre più aggiornate, presto parleremo del colore e delle sue proprietà!

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